Copywriting e ecommerce: quali errori evitare
Copywriting e ecommerce: quali errori evitare
Nel corso di un’attività di advertising copywriting può capitare di imbattersi in errori che rischiano di compromettere la qualità dei contenuti che vengono realizzati. Tra questi ci sono, ovviamente, gli errori di grammatica: che siano il frutto di una distrazione, di una svista, di un refuso o semplicemente di una norma ignorata, quel che è certo è che sono un pugno negli occhi per chi legge. Si tratta di sbagli che non possono mai essere commessi da professionisti della scrittura, perché vanno a incidere sulla scorrevolezza e sulla qualità dei testi. Attenzione, quindi, alle acca, agli apostrofi, agli accenti, alle doppie consonanti e ai tempi verbali.
Altrettanto spiacevoli risultano gli errori di ortografia, che spesso sono il risultato dell’esigenza di scrivere rapidamente. Ma si sa che la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi, e il copywriter frettoloso rischia di dimenticare un apostrofo, una doppia o un accento. Lucidità e concentrazione sono le doti indispensabili per testi corretti e, quindi, ottimizzati in ottica Seo: un consiglio utile può essere quello di rileggere i testi redatti non solo subito dopo averli completati, ma anche a distanza di qualche ora, in modo tale da poter contare su un controllo ulteriore e ancora più efficace.
Tra gli errori che devono essere evitati da un copywriter ci sono anche quelli di battitura: non importa che ci si stia dedicando alla creazione schede prodotto, che ci si stia impegnando nella pubblicazione di un post su un blog o che ci si stia cimentando in qualsiasi altra attività, perché gli errori di battitura sono sempre sgradevoli per chi legge. Certo, i programmi di videoscrittura e le piattaforme CMS possono aiutare in questo senso, perché correggono in automatico molte imprecisioni o almeno le mettono in evidenza: ma non ci si può affidare unicamente alla tecnologia per evitare di rileggere e consegnare più in fretta i lavori commissionati.Una grande cura, poi, deve essere riservata alla scelta dei sostantivi e dei verbi: a volte si è convinti che una certa parola abbia un determinato significato perché si è abituati a sentirla pronunciare nella vita di tutti i giorni ma poi, consultando un vocabolario, ci si rende conto che in realtà vuol dire tutt’altro rispetto a quel che si pensava. E lo stesso vale per gli aggettivi: siete davvero sicuri di sapere cosa vogliono dire termini come “rutilante” o “fatidico”?
I segni di interpunzione sono altrettanto decisivi nel definire la qualità di un testo. L’eccesso di puntini di sospensione, per esempio, è una pratica accettabile per le chat e per ciò che si scrive sui social network, ma di certo non va bene per le schede descrittive degli articoli di un negozio online. E ancora, quante volte capita di incappare in veri orrori come la virgola tra il soggetto e il predicato o l’uso della virgola al posto dei due punti per introdurre un discorso diretto? Senza dimenticare il ricorso ai punti esclamativi: per segnalare un’interiezione ne basta uno. Lo stesso vale per i punti interrogativi: e, naturalmente, sono da evitare le domande che si concludono con un punto interrogativo e un punto esclamativo insieme.
Non c’è niente di peggio di un testo in cui le virgole sembrano distribuite a caso. A essere compromessa è la scorrevolezza della lettura: se una virgola viene messa dove non dovrebbe stare si ha a che fare con una interruzione non giustificata, mentre nel caso in cui essa sparisca là dove sarebbe necessaria l’idea è quella di un flusso di coscienza più letterario, poco adatto a testi che dovrebbero essere oggettivi. E il fatto che molti lettori siano assuefatti alle sviste o agli errori non deve certo essere una giustificazione per scrivere come si vuole senza rispettare le regole della lingua italiana.
Infine, è indispensabile dedicare la massima attenzione all’uso del congiuntivo, ma a patto che non si ecceda nel senso opposto e non lo si utilizzi quando non è necessario. La concordanza dei tempi dei verbi è altrettanto importante: passare dal presente al passato e poi di nuovo dal passato al presente senza motivo complica e affatica la lettura, oltre a non avere senso. A proposito di concordanze, meglio non trascurare quelle tra singolare e plurale, soprattutto in presenza di più soggetti.
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